Gli spaghetti

Ti svegli.
Svogliata come sempre.

Ad affrontare come ogni giorno quella tua lotta personale che, speri, un giorno, ti possa portare ad essere una donna realizzata e affermata lavorativamente e psicologicamente parlando.

In realtà non sei altro che una giovane diplomata, con ormai già 5 anni di esperienza lavorativa.
D’altronde tu hai iniziato a lavorare da subito. Diploma e via. Rinchiusa in un ufficio davanti ad un misero PC e ti senti un po’ come gli spaghetti.

Hai presente gli spaghetti? Ti senti sciupata, viscida, bagnaticcia, sugosa, magretta, scarna, inconsistente e difficile da prendere. Perché, ammettiamolo, sei esaurita.

I primi anni eri arzilla, avevi voglia di fare, producevi molto, lavoravi al 100%, ti sentivi un super tortiglione, non uno spaghetto come adesso.

E non capisci il perché. O meglio forse lo sai.
Il tuo capo è uno stress, ti rimprovera per qualsiasi cosa, ti umilia davanti ai colleghi, ti usa come capro espiatorio e ti paga una miseria, tanto che non puoi nemmeno definire stipendio quello che porti a casa.

E vai avanti, sognando. Sperando.

Aspettando il…….boh. Non lo sai. Aspetti che ti piova addosso l’opportunità della tua vita. E aspettare è controproducente. Sai perfettamente che non ti aiuterà a migliorare la situazione che stai vivendo.

Ma. Stai li inerte lo stesso, perché il tuo misero salario e la tua autostima finita oltre quello che generalmente definiamo ‘sotto terra’ non ti permettono di rischiare a cercare di dare un significato alla parola Vita.

Ma per oggi basta, smettila di piangerti addosso.
Vattene a casa dai, che tuo figlio è li ad aspettarti a braccia aperte.

2 risposte a "Gli spaghetti"

  1. E no…..mica si può adagiarsi così, animo!!!!! Prima di tutto per se stessi. poi per poter tornare a casa da quella bimba contenti di se stessi 😉

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